Mentre il nostro Presidente del Consiglio dispensa lezioni di politica ed etica internazionale in un Paese confessionale come Israele, tacciando un altro Paese confessionale, l’Iran, di essere un pericolo per l’umanità – e intanto a casa gli stanno salvando la ghirba con la legge sul Legittimo Impedimento – ecco che in Italia si sta consumando un’infamia in nome della Morale di Stato in tipico stile fondamentalista.
Ora, il festival di Sanremo è una macchina sessantenne che serve a produrre spot pubblicitari, diritti d’autore, riempire il palinsesto RAI per settimane – tra il festival vero e proprio e addentellati – a vendere qualche disco e mettere in mostra qualche personaggio, che, di solito, non  se lo merita. Dal punto di vista strettamente musicale, Sanremo vale zero, in quanto non rappresenta l’Italia che fa musica, se non per una minima percentuale. Tuttavia, Morgan è un musicista colto e preparato, che ha fatto in passato delle scelte personali, originali e difficili, certamente un personaggio sopra le righe, come molti nel mondo della musica di tutti i tempi. Le sue abitudini personali, in quanto personali, possono interessare il lettore di rotocalchi e riviste, ma anche no, nel senso che ci si può limitare ad ascoltare i suoi dischi ed infischiarsene di ciò che fa nel tempo libero. Ma si sa come sono i giornalisti, sempre a rimestare nel torbido e si sa come sono gli artisti, sempre molto egocentrici e narcisi ed ecco che saltano fuori i vizi privati, salvo poi smentire, rettificare, precisare eccetera.
Se Marco “Morgan” Castoldi fuma crack, beve candeggina, sniffa detersivo al sapone di marsiglia o si inietta in vena amuchina, che cosa cambia in funzione della sua partecipazione ad un festival musicale? Chi è quello zelante funzionario che ha firmato la sua esclusione e in base a quale articolo del regolamento del festival? Chi sarà quel savonarola catodico che ha voluto imporre la legge morale ad una kermesse di canzonette? E visto che la RAI è ente di Stato, il ministro delle Telecomunicazioni non ha niente da dire, magari da un pulpito e vestito come il Mullah Omar? Intanto, sono intervenuti già i ministri Meloni e l’ineffabile Giovanardi, giusto per ribadire la propria inutilità politica e pochezza personale. Qualcuno ha già proposto l’antidoping a tutti gli artisti che si esibiranno all’Ariston. Bene sono d’accordo, se lo estenderanno anche a funzionari e dirigenti. Pare che anche la ragazzina che chiama papi il nostro presidente del consiglio lavorerà in RAI. Non vedo l’ora di verificare in quali specialità eccella. In prima serata su RAIUNO.